giovedì 22 ottobre 2015

No empatia, no partecipazione, no comunità.


La distruzione del senso del sacro - il filo che ci lega l'uni agli altri, alla natura, all'universo - va avanti da millenni. Difficile individuare un momento storico preciso, una epifania dell'individualismo ottuso (io direi che ha qualcosa a che fare con il monoteismo ma poi è facile darmi dal mangiapreti e si ha pure ragione.)

Sta di fatto che è anche passato più di un secolo da quando ci siamo davvero accorti che stavamo distruggendo un tempio - il luogo preposto alla creazione del sacro - e ci siamo domandati se saremmo stati in grado di costruirne uno nuovo sopra le macerie - il tempio della creazione del senso, il tempio di una nuova era di spirito veramente umanistico e perciò veramente spirituale. E quindi comincio a chiedermi quanto deve durare questo processo e se davvero stiamo andando nella direzione giusta, perché a me, a volte, sembra che il tempio che stiamo costruendo sia quello non dello spirito umano ma piuttosto quello del narcisismo e dentro non ci compiamo alcun sacrificio ma soddisfiamo solamente i nostri ingordi capricci.

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